venerdì 10 agosto 2007

IL DOLORE

Fu la prima volta
che la tartaruga sorrise
della stupidità dell’uomo…

La testa riposava tra le mani dell’uomo seduto accanto ad un tavolo sporco e appesantito da un mucchio di libri ammassati l’uno sull’altro. L’aspetto del tavolo era di un oggetto abbandonato alla polvere ed alla compagnia di qualche artropode. L’uomo sembrava gettato lì per caso, come un manichino appoggiato, poi dimenticato.
Fu il dolore alla testa a costringerlo in quella posizione, in quel luogo privo di luce. In alto, da una piccola finestra, la luce del giorno passava timidamente. Era il dolore l’unico padrone di quel luogo. L’uomo sembrava essere lì per interpretarlo, per conferirgli dimensione, volume, per incarnarlo.
Decise di uscire, di andarsene.
Ritrasse la testa facendola scendere nel petto, come se il suo corpo fosse il guscio di una tartaruga. Ma come poteva porsi al riparo dal proprio dolore, si chiese lentamente la morte per bocca della tartaruga?

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