venerdì 10 agosto 2007

IL CERCHIO

Fu sempre consapevole
della sua libertà.
La sua vita ne fu la più alta
testimonianza…

Ogni giorno faceva lo stesso percorso, metodicamente. Alla stessa ora si allontanava da casa incamminandosi lungo il sentiero; al suo fianco c’era un muro in pietra poco più alto di lui. Lungo tutto il tragitto manteneva qualche metro di distanza dal muro alla sua sinistra. Dopo alcune ore tornava felice a casa, si sentiva libero e sollevato da ogni pensiero. Durante il percorso, ogni volta in un diverso punto, si soffermava ad osservare il panorama. Pensava a quanti prima di lui, secondo una diversa prospettiva, avevano visto le medesime cose. Ogni dettaglio era prezioso. Il tempo, la luce e le stagioni variavano di volta in volta il paesaggio. Era consapevole di non aver mai visto in più di un’occasione la stessa cosa. Conosceva tutto il percorso a memoria. Non condivise con nessuno le sue passeggiate. Niente di ciò che ammirava nell’apparire delle cose era vissuto come proprio, tutto era lasciato per com’è, lì davanti al suo sguardo. Neppure una volta si meravigliò della presenza di quel muro, né si chiese cosa ci fosse al di là. Quando morì disse, a voce alta, alcune parole, forse le strofe di una poesia…

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